I Normanni by Levi Roach

I Normanni by Levi Roach

autore:Levi Roach [Roach, Levi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-07-18T12:00:00+00:00


XV

UN PASSO TROPPO LUNGO? NORD AFRICA

1142-1159

Mentre Ruggero d’Altavilla stava completando la conquista della Sicilia, vennero da lui emissari delle repubbliche marinare di Genova e Pisa per invitarlo a unirsi a loro in una spedizione contro la popolosa città di Mahdia, capitale dello stato nordafricano degli ziridi, sulle coste della moderna Tunisia. Pisani e genovesi presentarono la campagna militare sotto una luce religiosa, come un attacco contro le forze dell’Islam, una sorta di protocrociata. Ma il fervore religioso non era l’unica motivazione: Pisa e Genova puntavano a inserirsi con la forza nelle redditizie rotte commerciali fra il Mediterraneo occidentale e quello orientale. Visto il potere crescente di Ruggero e le capacità marittime che stava sviluppando, il sovrano normanno appariva come l’alleato più ovvio.

I consiglieri di Ruggero erano smaniosi di sfruttare questa opportunità. O almeno così ci racconta il cronista arabo Ibn al-Athīr, di epoca posteriore. Secondo il suo resoconto, lo scaltro re di Sicilia non rimase particolarmente impressionato: sollevò una coscia ed emise una poderosa scorreggia, provvedendo poi a spiegare che la flatulenza che aveva appena emesso era un consiglio migliore di quello offertogli dai saggi di corte. Infatti, osservò Ruggero, se i normanni si fossero uniti alla spedizione, si sarebbero presto trovati nella situazione peggiore possibile: se l’impresa avesse avuto successo, i profitti sarebbero andati ai loro alleati settentrionali, mentre, se fosse andata male, sarebbero stati i normanni a subire le ripercussioni. Inoltre, buona parte delle spese per rifornire la spedizione avrebbe dovuto essere sostenuta da loro. Ruggero recentemente aveva stipulato una pace con il sovrano ziride, Tamīm ibn al-Mu’izz, e non intendeva metterla a repentaglio per un’impresa azzardata.

Il resoconto di Ibn al-Athīr fu scritto quasi un secolo e mezzo dopo gli eventi e fa confusione su alcuni particolari: per esempio sostiene che il promotore di quell’iniziativa fosse stato il secondo regnante di Gerusalemme, Baldovino di Edessa, invece delle due città marinare; inoltre, sembra ritenere che Ruggero fosse un sovrano indipendente, non un rappresentante (anche se solo nominalmente) del fratello maggiore, Roberto il Guiscardo. La descrizione dei modi di Ruggero mira poi a sottolineare palesemente la barbarie dei nuovi signori normanni della Sicilia. Tuttavia non aveva inventato quella storia di sana pianta: essa attingeva a fonti precedenti, spesso molto attendibili. Inoltre, l’attacco contro Mahdia avvenne veramente e fu uno degli eventi precursori della Prima crociata. Infine, sappiamo da altre fonti che Ruggero declinò un invito a partecipare all’invasione. Abbiamo tutti i motivi, quindi, per prestare fede agli elementi essenziali di quello che racconta al-Athīr.1

Il grossolano ritratto tracciato dal cronista arabo fa capire che Ruggero e Roberto erano ormai parte integrante del complesso intreccio politico del Mediterraneo, dove gli stati nordafricani giocavano un ruolo da protagonisti. Lo scopo di Ibn al-Athīr era scrivere una storia generale, che dal suo punto di vista significava includere tutto ciò che aveva attinenza al mondo dell’Islam.2 Ed evidentemente negli anni Ottanta dell’XI secolo Ruggero aveva attinenza con quel mondo. Negli anni a venire, Ruggero e Ruggero II, suo figlio e successore, avrebbero avuto un peso ancora maggiore sulla scena politica del Nord Africa.



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